Questione di sguardo dicevo. Di noi che guardiamo e
altrettanto di chi guarda, da dentro quel “costume”.
MODESTIA- è abbassare il tuo sguardo |
Intanto la questione principale che mi sono posta, visitando
ad esempio un paese come il Libano dove la hijad è una consuetudine ma non sempre
un obbligo. Da quello che ho capito io non si tratta solo di uso e costume del
mondo arabo ma è un simbolo che ha varie sfumature di senso. Le donne sposate
lo indossano, per manifestare che sono impegnate, è un po' come per noi avere la
fede al dito... e poi c'è la sfumatura che più è intrisa nella cultura araba
che è quella della modestia, della pacatezza, della non vanità, dell'umiltà- il
dibattito sopra la voglia di rimodernare un costume vecchio come quello della
hijad è in realtà paura della perdita
del senso originario del coprirsi.
Vestire per aggradare Dio e non la sua creazione. |
I fattori dell'incomprensione sono vari, a partire dai
nostri occhi: prima di tutto non ci siamo chiesti perchè, e abbiamo giudicato
senza conoscere: seconda cosa i loro perchè hanno fondamenta con cui, in forme culturali
diverse, concordiamo pienamente.
Ma una cosa ho notato attraversando in scooter senza casco
il sud del Libano, è lampata ai miei occhi come una nota stonata. E da li è
partito il mio interrogarmi. Lungo il ciglio della strada due ragazze coperte
dalla testa ai piedi camminavano. Il loro costume era nei canoni,
apparentemente ligio, alle regole del “bon ton arabo”: ma qualcosa non mi
tornava. La hijad rossa, il trucco pesante, la camminata decisamente provocatoria e sensuale.
“Un mipster è qualcuno che sta al passo delle ultime
tendenze musicali, della moda e dell'arte. Cercano ispirazione nella tradizione
islamica delle scritture sacre, nei libri di conoscenza, nei poeti mistici,
profeti audaci, politici che ispirano gli esseri umani alla ricerca di stati
trascendentali della coscienza. Un mipster ha una identità ironica, che serve
come critica perpetua di se stessi e della società. Un mipster ha una mente
sociale, e il desiderio di un ordine più giusto, una comunità più inclusiva
senza limiti per le categorie razziali...” ma si può stare al passo coi tempi
moderni e rimanere legati al senso originario delle Sacre Scritture così come
furono concepite e vengono ancora largamente interpretate? Alcune donne pensano che si frivolizzi l'uso
del costume islamico mentre altre sono a favore e si identificano con questa
nuova immagine della donna musulmana. Ma c’è davvero un modo di mettere d’accordo
tra loro i fratelli e le sorelle musulmani? Ce la faranno?
Buona strada. Buon viaggio.
Ciao Giulia, ecco il link del video che volevo proporti .... http://youtu.be/-LjvRc6Vlec
RispondiEliminaLa mia completa ignoranza in materia tecnica mi ha impedito di caricarlo, perdonami!Comunque potrebbe risultare interessante scoprire un modo nuovo di considerare il velo....buona visione!
Grazie Kyra, ti riconosco anche da anonima... guardacaso un modo di coprire la propria identità- grazie infinite del video, l'ho visto e... come si dice da voi: "Touchée"... ne parlerò: certamente scatena riflessioni "A bumbazza" come si dice da noi ;)
RispondiElimina