E ora veniamo a noi, a me, a lui-
E’ con tanto affetto che dedico questo post ad un EssereUmano
che gode della mia stima da molti anni,
e di cui oggi, guarda caso, è il compleanno.
AUGURI PIERO PELU’!
e di cui oggi, guarda caso, è il compleanno.
AUGURI PIERO PELU’!
Allora, se non lo conoscete o siete ancora li che lo
giudicate per il suo cognome corrispondente effettivamente al suo modo di
presentarsi – oh, c’è chi somiglia al suo cane e chi al suo cognome… ve lo
spiego io chi è Piero Pelù . Non perché io lo conosca personalmente ma perché
l’ho seguito per anni, sono cresciuta con lui e l’osservato, anche molto
critica, nel tempo.
Intanto quando i Litfiba non erano nessuno e l’italietta
coltivava mafia questi giovani rocker italiani dovettero emigrare in Francia,
per farsi artisticamente conoscere, dove ebbero parecchio successo. Molti dei
testi che il nostro scriveva erano in italiano, parte in francese. L’italia non
aveva già più posto per le novità e per gli insoliti? Ma soprattutto per chi si
fa delle domande, per chi si chiede PERCHE!?!?
Il suo impegno politico, già manifesto nelle sue scelte
universitarie, e il suo interesse per i diritti umani e dintorni lo hanno
sempre spinto a dichiarare pubblicamente le sue idee, e portarle avanti sotto
le varie forme che la musica e il mondo dello spettacolo permettono. E davvero
non si è mai limitato a fare la rock-star: anzi, a me pare che sia più un piglio
degli ultimi anni. Pelu’ è molto di più di una rock-star.
Il 90% dei testi dei Litfiba denuncia, sostiene, spiega,
ricorda e fa riflettere: nel denunciare le mafie e il potere di stato: una
piccola geniale citazione da “Dimmi il nome”: “Non è la fame ma l’ignoranza che uccide”
coronata da una parolaccia dedicata all’onore e all’omertà già da l’idea del tipo di rock arrabbiato ma attento e impegnato dei
Litfiba. La notte fra il 3 e il 4 giugno 1989 l’Esercito
Popolare di Liberazione cinese reprime nel sangue la protesta di lavoratori e
studenti cinesi di piazza Tienanmen a Pechino, e Piero dei Litfiba lo ricorda ne “Il vento”: “la morte
la porta la libertà e la violenza perderà... ogni gabbia uccide un uomo, ma
la rabbia fa resistere”…in “Africa” recitava: “tu spera solo di non
dover emigrare… (in Euroafrica!!!)”. Mi sovviene “Prima Guardia” che auspica: “trasforma il tuo
fucile in un gesto più civile”… e vogliamo scordarci Louisiana, che parla
dell’atrocità della pena di morte? Ah !!! che cuore in musica…molti ne ricordo ma molti non spazio e tempo per citare. Mi vengono in mente i video dei tour negli anni ancora non
sospetti in cui prendeva parte a congressi per la difesa dei diritti degli
Indiani d’America. Voi direte un rivoluzionario, o un confusionario. Naaa…. A
quell’epoca forse gli piaceva contestare, infilando un profilattico sul
microfono di Enzo Mollica, che anni dopo l’ha intervistato con tanto affetto…
ma no, a conoscerlo Piero Pelù è sempre stato guidato da un filo invisibile
tanto evidente per chi lo guarda da fuori con occhi chiari, come quelli dei centinaia di fan che riescono
a prenderlo per quello che davvero è.
Non credo di avere esulato dal tema educazione se mai a
qualcuno sorgesse il dubbio. Semmai dovremmo interrogarci su quanto potere
hanno il realtà strumenti come la musica e quanto importante sia il messaggio
che veicolano, e mai, MAI soltanto nel mondo giovanile. L'educazione è sempre, e dappertutto.
vi saluto, e saluto Piero agurandogli di continuare a splendere
_SHINE ON_
:*
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